Elledieffe

La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo

LE BUGIE CON LE GAMBE LUNGHE

 
 
 

BREVE CRONISTORIA

LA COMMEDIA
a cura di Paola Quarenghi e Antonella Ottai

NOTA AL TESTO


Ideata prima della guerra, Le bugie con le gambe lunghe venne completata alla fine del 1946, subito dopo la messa in scena a Napoli di Filumena Marturano e come soluzione di emergenza, nel caso che quest’ultima commedia non dovesse incontrare presso il pubblico delle altre piazze il successo sperato. Le cose, fortunatamente, andarono in ben altro modo e Le bugie venne presentata solo un anno più tardi. Dopo il debutto a Bari nel dicembre del 1947, la prima romana all’Eliseo (14 gennaio 1948) richiamò un pubblico foltissimo e mondano, allertato dagli straordinari successi delle ultime stagioni (Napoli milionaria!, Questi fantasmi!, Filumena), che finalmente riconoscevano a pieno a Eduardo quel titolo di autore troppo a lungo messo in ombra dalle sue doti di attore.

L’accoglienza fu calorosa, anche se forse il pubblico rimase un po’ disorientato dagli umori acri di  una satira antiborghese che anticipava già i toni amari e pessimistici dei lavori successivi. Il critico Sandro De Feo così racconta la serata:

Durò quasi un’ora, attraverso i battenti a vetri dell’ingresso alla sala dell’Eliseo, la sfilata del pubblico più elegante di Roma. Nel calendario della stagione romana le signore appuntano ormai con lapis rosso le “prime” di Eduardo De Filippo. Quel mercoledì sera era la prima delle Bugie con le gambe lunghe. La sala era piena fino agli orli. Tutte le seggiole che si poterono aggiungere furono aggiunte, ma molte persone rimasero in piedi e poterono dirsi ancora fortunate. [...] Anche le poltrone tenute in serbo dai bagarini già da un pezzo erano state tutte vendute alle persone disposte a pagare molto.
(Sandro De Feo, «L’Europeo», 25 gennaio 1948)

Nella sua divertente cronaca, il giornalista descrive l’accoglienza degli spettatori attraverso le reazioni dei piumaggi che adornavano i cappellini delle signore: tutto un alzarsi e abbassarsi di penne, in risposta alle provocazioni, più o meno efficaci, della commedia.

Analizzando la figura del protagonista, Libero Incoronato, alcuni critici parlarono di «personaggio commentatore», di «protagonista spettatore», individuando in lui uno statuto diverso da quello degli altri personaggi. L’allora giovanissimo Gerardo Guerrieri definì Le bugie una commedia salutarmente «spiacevole»; non «slegata» — come sostenevano alcuni — ma tenuta insieme in  modo non convenzionale. E ne apprezzò il carattere antico e, allo stesso tempo, sperimentale. Fu anche grazie agli “esperimenti” delle Bugie se Eduardo arrivò alle soluzioni della sua drammaturgia successiva e ad altri personaggi “testimoni”: ad Alberto Saporito di Le voci di dentro, ad Alberto Stigliano di Mia famiglia, e infine a Guglielmo Speranza di Gli esami non finiscono  mai, “commentatore”, quest’ultimo, non più dell’esistenza altrui, ma della propria.

Ripresa più volte, negli anni cinquanta e settanta, rappresentata spesso nell’Europa dell’Est (forse anche per il suo carattere antiborghese), Le bugie con le gambe lunghe è stata messa in scena nel 1990 da Giancarlo Sepe per la compagnia di Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice, allestimento che ha avuto anche un’edizione televisiva nel 1992.

di Eduardo De Filippo

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